Parlare della storia del cavallo arabo e della sua evoluzione ci porta inevitabilmente a unire cultura, religione, mistero e leggenda. Il legame fra questa antica e nobile razza di cavalli e le popolazioni preislamiche prima, e islamiche poi, è così forte che trascende la sola razionalità.
L’origine del purosangue arabo si perde nella notte dei tempi: stiamo parlando di una delle più antiche razze di cavalli del mondo, sicuramente la più antica di cui si abbia traccia di un sistema di allevamento razionale e basato su precise linee di sangue, tramandate a voce di generazione in generazione.
Indice dei contenuti
Le origini del purosangue arabo
Sembra che la selezione del purosangue arabo abbia inizio ben 3000 anni avanti Cristo. Non esistevano ancora testimonianze scritte e la genealogia dei cavalli considerati puri veniva trasmessa a voce, dai saggi delle tribù beduine.
Il cavallo arabo vede la sua origine nei deserti della penisola araba, abitati da popolazioni nomadi di beduini. In un tale ambiente, solo gli animali più resistenti riuscirono a sopravvivere. Si andò incontro a una selezione naturale così dura che gli animali che ne derivarono hanno davvero qualcosa di straordinario.
L’asprezza della vita del deserto non riguardava solo i cavalli. Le difficoltà erano condivise con i beduini, e la sopravvivenza della tribù dipendeva in gran parte dalle condizioni fisiche dei loro destrieri, che dovevano condurli in battaglia, alla conquista di bottini e nuovi territori. I cavalli potevano fare realmente la differenza fra la vita e la morte dell’intera tribù. Non deve sorprendere, quindi, la devozione riservata a questi animali.
La purezza della razza era legata allo stallone, ma le fattrici erano considerate un bene inestimabile. Dormivano nelle tende con i beduini, e venivano allevate con una dieta a base di latte di cammella e datteri.
In battaglia si preferiva, infatti, utilizzare le femmine, animali contraddistinti da una fedeltà senza paragoni e da una maggiore docilità, che non rischiavano di disturbare gli altri cavalli durante l’attacco.
Possedere una fattrice di una linea di sangue pura costituiva, quindi, una ricchezza enorme.
La storia del cavallo arabo, l’Islam e Maometto
Con l’avvento della religione islamica e le conquiste di Maometto, il legame fra il purosangue arabo e le popolazioni del deserto si fece ancora più stretto. Maometto amava molto i suoi cavalli ed era consapevole dell’importanza che questi rivestivano durante le campagne di conquista e di espansione.
Si tramandarono diverse leggende circa la sua origine, trasformandolo in un essere mistico voluto da Dio. Si racconta, infatti, che Allah parlò al Vento del Sud:
“Diventa carne e io ti trasformerò in una nuova creatura in onore del mio sacro Nome e per la sconfitta dei miei nemici, sarai il servitore di tutti coloro che mi sono sottomessi”.
Il Vento rispose: “Signore, sia fatta la tua volontà”.
Allora Allah prese una manciata di Vento del Sud, vi alitò sopra e creò il cavallo dicendo:
“Il tuo nome sarà Arabo, la virtù risiederà nel ciuffo della tua fronte e nella forza della tua groppa. È te che ho prescelto fra tutti gli animali e farò del tuo padrone il tuo amico. Ti ho dato il potere di volare senza le ali, sia per sferrare l’attacco che in ritirata; metterò sul tuo dorso cavalieri che mi loderanno e mi glorificheranno”.
I cavalli purosangue arabo di linea pura erano gli Asil, mentre gli animali considerati “impuri” erano conosciuti come kadish.
Gli accoppiamenti tra cavalli Asil avvenivano nel deserto, alla presenza di testimoni, che seguivano la fattrici fino al parto per assicurare che fosse tramandata la purezza della razza. Le fattrici Asil potevano accoppiarsi solo con stalloni puri. Se una cavalla fosse stata coperta da un impuro, si riteneva rovinata per sempre, in quanto non sarebbe più stata in grado di generare puledri Asil.
I cavalli purosangue arabi in Europa
I primi cavalli arabi in Europa arrivarono durante le crociate. È facile immaginarsi la meraviglia dei soldati crociati, abituati ai pesanti cavalli da combattimento europei, che si trovavano di fronte questi piccoli e agili cavalli. Dovevano sembrare ancora più leggeri senza l’ingombro delle armature, e davano del filo a torcere ai loro animali, per niente abituati alle condizioni climatiche del deserto.
I purosangue arabi importati nel vecchio continente furono utilizzati per ingentilire e migliorare numerose razze locali, e i loro influssi si tramandano ancora ai giorni nostri.
L’inizio di un allevamento davvero razionale e in purezza del cavallo arabo iniziò, però, solo nel 1878, con la fondazione del Crabbet Arabian Stud in Inghilterra. L’appassionata di cavalli e fondatrice dell’allevamento, Lady Anne Blunt, e l’esploratore Carlo Claudio Camillo Guarmani importarono 6 soggetti dal deserto. Il desiderio di Lady Anne Blunt era quello di preservare e diffondere le incredibili caratteristiche del purosangue arabo, ancora poco diffuso in Europa.
Da allora si sono diffusi numerosi allevamenti in tutti i paesi del mondo, ognuno con le proprie caratteristiche e le proprie linee di sangue che regalano ai soggetti allevati peculiarità originali e inconfondibili. La storia del cavallo arabo non si ferma e, anzi, diventa sempre più avvincente per gli appassionati di tutto il mondo. Quello che non manca mai, in ogni caso, è la magia che il cavallo arabo è in grado di regalarci, oggi come nei secoli passati.
Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo con i tuoi amici:
Leggi gli articoli correlati: